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FELA

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È stato uno degli artisti africani più influenti del XX secolo. L’inventore dell’afro beat. Un gigante della musica al crocevia fra Bob Marley, Miles Davis e James Brown. Ma anche leader e trascinatore, ideologo e rivoluzionario, sovversivo e attivista per i diritti umani. Insomma, un gran rompicoglioni.

Sì, stiamo parlando di Fela Kuti, The Black President, colui che sul finire degli anni ’60 ha posto le fondamenta per una rivoluzione contrassegnata da grande fermento culturale e da un indomito senso di ribellione. La sua era una musica densa, stratificata e caotica; ma al tempo stesso morbida e spaziosa, con propensioni marcate per il jazz, il funk, l’hard-bop.

Groove tantrici, vortici oscuri di batteria e ritmiche feroci fortemente influenzate dal suo vissuto. Uno sfogo esplicito e diretto contro dittatori, colonizzatori, corruttori, politici e governanti. Contro le politiche neo-colonialiste, a favore dell’autodeterminazione dei popoli africani.

L’epopea dello Shrine e l’imponente lascito discografico di Fela rivivono oggi nel chiosco che porta il suo nome, a Revine, sulle sponde del Lago di Santa Maria. Lì, dove il versante sud delle Prealpi Trevigiane incontra il fondovalle. E dove il fondovalle incontra il solco vallivo della Valmareno, occupato dagli specchi d’acqua in cui si affacciano le borgate di Santa Maria, Colmaggiore, Lago e Fratta. Due piccoli laghi, di origine glaciale, suddivisi tra loro da una stretta lingua di terra e coordinati in una unità funzionale dal fragile equilibrio.

Qui la vostra avventura giungerà alla fine. Nel punto esatto in cui era iniziata. Tornerete dove ci eravamo lasciati, ma tornerete diversi, sigillando l’ultimo check point di nuovi ricordi e nuove emozioni. E mentre voi sarete lì a riposare, a piedi nudi, calpestando l’erba del prato, noi ci staremo già muovendo tra note voodoo blues e selezioni funky. Con in mano un bicchiere di birra e negli occhi la vostra soddisfazione.

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Scritto da Davide Fioraso

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