Il Rifugio Bristot
“Io sono un pazzo che abita in mezzo ai monti, e mi faccio tutto, come un buon artigiano antico”
Mario De Donà, artista e designer, autentico genio e pioniere della grafica. Per tutti Eronda, pseudonimo con il quale era conosciuto. Sessanta anni trascorsi in provincia di Belluno, tra carte, ritagli, cataloghi e opere di design. Ma anche paesaggio urbano, architettura e arredamento d’interni: il Rifugio Bristot, per esempio, il Parco Città di Belluno o la libreria Tarantola. Una carriera segnata dall’incontro con Bruno Munari, ma rimasta, per scelta, fortemente legata a questo territorio.
Fu proprio la sua penna a tracciare le forme del Rifugio Bristot, quarto check-point di Lost in Prealps 2019. Nel secondo dopoguerra la sezione CAI di Belluno, ricca di interessi e iniziative, mirava a potenziare il patrimonio e le strutture ricettive nelle località di propria competenza, con l’intento di offrire nuove possibilità agli escursionisti e agli appassionati di sport invernali. La piccola ed elegante struttura fu portata a termine nel 1950 e dedicata alla memoria di Angelo Bristot, sottotenente degli Alpini, medaglia d’oro al valor militare, caduto nella guerra d’Abissinia. A distanza di 70 anni, ancora si distinguono elementi inequivocabili della sua opera: geometria e natura, rigore e humour.
Adagiato poco sotto la cima del Col Toront, nel versante occidentale delle Prealpi, il Rifugio Bristot è una “Terrazza sulle Dolomiti” che abbraccia la Valbelluna e le prime cime dolomitiche: le Vette Feltrine, lo Schiara, i Monti del Sole. Aguzzando la vista è facile scorgere anche alcuni importanti massicci come il Pelmo, la Civetta e la Marmolada. Arrivati qui potete concedervi un meritata pausa, scambiare due chiacchiere con Giovanna o qualche escursionista di passaggio.
Scritto da Davide Fioraso